
Si parla spesso di innovazione e, sempre più spesso, ci si riferisce a questo termine come condizione imprescindibile per la sopravvivenza delle imprese. Ma cosa significa, nel concreto, fare innovazione?
Non tutte le belle idee sono innovazione
Passare dalla teoria alla pratica, però, è tutt’altro che immediato. In un articolo dedicato al tema, Javier Sastre fissa alcuni capi saldi nella definizione di un atto innovatore partendo dal suo opposto, ovvero spiegando – innanzitutto – cosa l’innovazione non è. Il suo è uno schema in dieci punti, utile a definire i confini semantici di un termine a rischio. Vediamoli insieme.
L’innovazione non corrisponde a un fenomeno solo tecnologico
Di fatto, sostiene l’autore, le innovazioni che non hanno un’origine spiccatamente tecnologica sono molte di più rispetto a quelle che nascono da intuizioni tech. Non bisognerebbe mai confondere i vantaggi che si possono ottenere sfruttando tecnologie già disponibili (come internet o gli smartphones) con vere e proprie innovazioni tecnologiche. Un esempio? Facebook si configura come una piattaforma web, eppure è un progetto di natura sociale.
L’innovazione non riguarda esclusivamente i soli prodotti
Anche se il prodotto finale è ciò che di più tangibile si può ottenere grazie all’innovazione, uno spirito innovatore si manifesta in molti settori: nei processi aziendali, nell’organizzazione o nella definizione del business model.
L’innovazione non è solo ad appannaggio delle grandi aziende
“Che solo le grandi aziende abbiano la capacità di innovare è un falso mito” afferma Sastre. Anzi, piuttosto è vero il contrario: troppo spesso le imprese si bloccano a causa di sovrastrutture e processi burocratici che impediscono il fluire delle idee. Le piccole realtà sono più agili e flessibili, caratteristiche che ne agevolano la crescita e favoriscono l’innovazione.
L’innovazione non riguarda una sola persona o un solo settore aziendale
E ciò significa che una compagnia può dirsi davvero innovativa solo se tutti i suoi dipartimenti (o almeno la maggior parte) lo sono.
L’innovazione non è paragonabile al “fare qualcosa di nuovo nella propria azienda”
Lanciare un nuovo sito o aggiungere qualcosa alla propria compagnia è davvero un atteggiamento innovativo? Secondo Sastre no, perché è innovazione solo quello che si configura come valore per gli utenti.
L’innovazione non corrisponde a un fenomeno paragonabile all’ispirazione
Le idee sono necessarie, ma la vera innovazione si costruisce con costanza e duro lavoro. Non a caso Thomas A. Edison era solito dire: “Genius is one percent inspiration and ninety-nine percent of perspiration“.
L’innovazione non è solo per i creativi
A dirla tutta, ognuno di noi è creativo. L’innovazione è un lavoro di team, quindi adatto a tutti.
L’innovazione non è incrementale
Creare qualcosa di nuovo è innovazione. Apportare modifiche a qualcosa di già conosciuto è semplice miglioramento.
L’innovazione non è un fenomeno che ha senso da solo
La forza di un’innovazione sta nella sua utilità ai fini della strategia aziendale. Un’idea innovatrice non può concludersi in se stessa, bensì deve servire a raggiungere obiettivi sempre più alti.

E tu, cosa ne pensi dell’innovazione? Sei d’accordo con il decalogo stilato da Javier Sastre o useresti altri esempi per definire l’innovazione? Scrivilo sulla nostra fanpage di Facebook, ogni suggerimento è prezioso e arricchirà senza dubbio il dibattito sul tema durante Heroes, meet in Maratea!